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Storia di Rivalta Bormida


Descrizione

1216 - Rivalta Bormida si costituisce come "Libero Comune"
1331 
- Si sottomette autonomamente al Marchesato del Monferrato
1487 
- Dopo innumerevoli vendite e acquisti, il territorio finisce nelle mani dei marchesi di Maranzana
Dal 1331 fino al 1708 - Funge da fortezza di confine tra il Marchesato del Monferrato e quello di Milano

Nel Marchesato Aleramico fu tenuta in suffeudo dai Monferrato da Pietro Tibaldeschi (5 aprile 1477), Pietrine Bobba (27 marzo 1489), Costantino Comneno, principe di Tessaglia (24 febbraio 1492), Marcantonio Arborio di Gattinara (14 marzo 1521), che la lasciò alla figlia Elisa di Lignana - Gattinara signora di Settimo (25 luglio 1529). Fabrizio, suo nipote, ne fu investito col comitato (9 aprile 1637); la figlia Barbara la trasmise ai figli Giovanni Battista e Mercurino di Sannazzaro (13 luglio 1679), i cui discendenti vendettero il feudo a Ottavio Giacomo Ghilini, marchese di Maranzana (2 maggio 1680).

1797 
- Perdita del feudo da parte dei marchesi di Maranzana a causa dell'estinzione dei diritti feudali

 

Il toponimo deriverebbe come documentato nel 985 e nel 1191 da Ripalta vallis Burmida ossia borgo elevato rispetto al letto del fiume Bormida.

Tra i monumenti di maggiore interesse il Castello a forma quadrangolare del XIV secolo con le antiche mura in origine delimitate da quattro torri angolari a difesa delle porte di accesso. Delle torri oggi rimangono soltanto alcuni ruderi.

Tra i palazzi di Città meritano segnalazione: la Casa parrocchiale Bovio della Torre; il Palazzo Lignana del XVI/XVIII secolo antica dimora dei feudatari di Rivalta, oggi sede del centro culturale ebraico del Monferrato, Palazzo Bruni, di antica proprietà della famiglia della Torre, segretari del marchese del Monferrato, oggi di proprietà comunale. Questa struttura è stata oggetto di un recente restauro ed è situata all’ingresso del centro storico, è costituita da tre piani ed ha una superficie di circa 1300 metri quadrati; all’interno conserva grottesche del XVIII/XIX secolo e pregevoli stucchi nelle volte delle scale e di alcuni ambienti. Nell’antica cantina è visibile un vecchio torchio a testimonianza della storia passata legata alla produzione del vino.

Da visitare anche la Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo in stile romanico gotico del XIII secolo; dopo vari rimaneggiamenti oggi presenta una struttura barocca con il particolare portone in pietra arenaria, il campanile tardo medievale in cotto a vista ed all’interno capitelli rinascimentali di scuola casalese. La storia di Rivalta ci parla di una chiesa con lo stesso nome della quale si hanno citazioni in un documento del 1158 emanato dal Papa Adriano IV, nel quale tra i beni della diocesi di Acqui si parla della chiesa di San Michele di Rivalta eretta sulle sponde della Bormida. Dato che venne edificata prima della costruzione del castrum si pensa che fosse stata inizialmente la parrocchiale dei nuclei sparsi per la campagna fino al XIII/XIV secolo; successivamente divenne chiesa cimiteriale e campestre fino alla sua decadenza strutturale che la portarono alla sua totale scomparsa.

Rivalta ha una struttura particolare a scacchiera con vie perpendicolari, in epoca antica era suddivisa in varie contrade che rappresentavano la zona di possesso delle varie famiglie del territorio durante l’epoca medievale. Con il tempo al nome delle famiglie si sostituirono terminologie che caratterizzavano le varie contrade: per esempio la contrada del castello, di Santo Spirito, del pozzo, del parroco, ecc… In alcuni documenti storici compare anche la contrada del forno, situata accanto al vecchio municipio e al forno comunale e dal XVIII secolo figura la contrada fuori le mura, costituita da cascinali attorno al convento dei padri domenicani.

 

L’emigrazione dei Rivaltesi - Raccolta di documenti

Il Comune di Rivalta Bormida, in collaborazione con l'Associazione Culturale "Le Marenche", ha incaricato due studiosi locali di scrivere un libro sulla storia di Rivalta a partire dall'inizio del 1800 fino alla seconda guerra mondiale. I due autori avevano già scritto la storia del paese dalle origini fino alla fine del 1700.

Una sezione importante del libro riguarderà la storia dell'emigrazione di molti Rivaltesi, specie verso il Sud America (Argentina, Brasile, Cile, Uruguay...).

Purtroppo su questo tema mancano quasi del tutto documenti scritti e testimonianze negli archivi storici.

Chiediamo così ai Rivaltesi residenti all'estero, ed a tutti coloro che sono in possesso di materiale, di fornirci copia dei documenti, foto, articoli di giornali dell'epoca, lettere, testimonianze varie...

Il materiale potrà essere inviato all'indirizzo mail info@comune.rivalta.al.it


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